Le basi del massaggio cardiaco
Il massaggio cardiaco e le basi di primo soccorso dovrebbero essere delle nozioni in mano a tutta la popolazione. Ovviamente ci auguriamo di non averne mai bisogno, soprattutto per i nostri cari, ma di certo la vita è imprevedibile e le sfide a cui ci pone potrebbero non corrispondere esattamente ai nostri piani per il futuro. Conoscere il massaggio cardiaco potrebbe cambiare la vita anche di qualcuno che incrocia la vostra esistenza per un attimo, ma che vi sarà grato per tutto il resto della sua esistenza.
Il consiglio migliore quindi è di partecipare ad un corso base per la rianimazione, ma nel caso non lo abbiate ancora fatto, vi daremo qualche informazione che potrebbe tornarvi utile. Innanzi tutto sappiate che è stato comprovato che il massaggio cardiaco è decisamente più efficace della respirazione bocca a bocca, innalzando la percentuale di possibilità di sopravvivenza delle vittime dal 18% al 34%, tanto che la vecchia pratica di rianimazione ABC (Airway-Breathing-Compressions) è stata invertita e trasformata in CAB. Inoltre
il massaggio cardiaco può risolvere la situazione in molteplici incidenti, non solo per un arresto cardiaco, ma anche per un caso di avvelenamento, soffocamento, semi-annegamento, folgorazione e shock di vario genere.
Assicuratevi di utilizzare il massaggio cardiaco in condizioni di reale necessità e non ponete la vostra salute in pericolo; quindi controllate il polso della vittima e procedete nel caso non troviate presenza di battito cardiaco. Assicuratevi, prima di toccare la vittima, che non sia pericoloso, per cui controllate che non abbia subito uno shock elettrico e non sia ancora a rischio di fare da conduttore e passare la scossa anche a voi. Ricordate sempre che la prima cosa da fare in questi casi è chiamare i soccorsi, in Italia il 118, i quali potranno anche darvi maggiori indicazioni su come procedere.
Per effettuare il massaggio, individuate la metà dello sterno e posizionate il vostro palmo subito sotto di esso. Dovrete effettuare delle pressioni profonde (5cm negli adulti e 3,5 nei bambini) e frequenti (circa 100 al minuto), avendo cura di non appoggiare il peso sulla vittima e lasciando il torace libero di tornare nella posizione iniziale dopo ogni compressione. Riocordatevi di controllare i segni vitali durante la fase di rianimazione.
Il consiglio migliore quindi è di partecipare ad un corso base per la rianimazione, ma nel caso non lo abbiate ancora fatto, vi daremo qualche informazione che potrebbe tornarvi utile. Innanzi tutto sappiate che è stato comprovato che il massaggio cardiaco è decisamente più efficace della respirazione bocca a bocca, innalzando la percentuale di possibilità di sopravvivenza delle vittime dal 18% al 34%, tanto che la vecchia pratica di rianimazione ABC (Airway-Breathing-Compressions) è stata invertita e trasformata in CAB. Inoltre
il massaggio cardiaco può risolvere la situazione in molteplici incidenti, non solo per un arresto cardiaco, ma anche per un caso di avvelenamento, soffocamento, semi-annegamento, folgorazione e shock di vario genere.
Assicuratevi di utilizzare il massaggio cardiaco in condizioni di reale necessità e non ponete la vostra salute in pericolo; quindi controllate il polso della vittima e procedete nel caso non troviate presenza di battito cardiaco. Assicuratevi, prima di toccare la vittima, che non sia pericoloso, per cui controllate che non abbia subito uno shock elettrico e non sia ancora a rischio di fare da conduttore e passare la scossa anche a voi. Ricordate sempre che la prima cosa da fare in questi casi è chiamare i soccorsi, in Italia il 118, i quali potranno anche darvi maggiori indicazioni su come procedere.
Per effettuare il massaggio, individuate la metà dello sterno e posizionate il vostro palmo subito sotto di esso. Dovrete effettuare delle pressioni profonde (5cm negli adulti e 3,5 nei bambini) e frequenti (circa 100 al minuto), avendo cura di non appoggiare il peso sulla vittima e lasciando il torace libero di tornare nella posizione iniziale dopo ogni compressione. Riocordatevi di controllare i segni vitali durante la fase di rianimazione.