Attenzione agli allarmismi alimentari che diventano Catene di Sant'Antonio
Le Catene di San'Antonio sono purtoppo uno degli aspetti più inutili e insospettabilmente pericolosi del web. Purtoppo diffusissime, spesso non sono veicolo di informazione ma di inutile allarmismo.
Alcune tematiche poi riscontrano un grandissimo successo, come ad esempio gli allarmi alimentari (per cibi pericolosi o aziende non conformi alle norme) perchè ovviamente teniamo alla nostra salute e a quella dei nostri cari, e il cibo sano è fondamentale. Tuttavia le notizie che ci arrivano andrebbero sempre verificate e non prese per buone così come sono, perchè rischiamo di alimentare politiche di nutrizione sbagliata e di mandare sul lastrico intere aziende.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a allarmi di ogni sorta: ragni velenosi nelle banane del Brasile, frutti di bosco contaminati con il virus dell'epatite A, pezzi di vetro nei barattoli di sugo, germogli di soia contaminati con il batterio dell'escherichia coli dalla Germania, mercurio e istamina nel pesce, olio deodorato aggiunto all'extra vergine di oliva, etc.
Certo spesso c'è un fondo di verità, ma prima di eliminare a vita i mirtilli dalla nostra dieta e da quella dei nostri figli per paura dell'epatite, possiamo provare a informarci di più in prima persona e scoprire come evitare problematiche senza privarci di nutrienti importanti e senza distruggere settori di mercato che danno lavoro a centinaia di persone.
Anche perchè nel mondo dell'industri alimentare ci sono mille casi di problematiche legate al cibo su cui è necessario porre attenzione, soprattutto se si ha una famiglia, e non è certo dando retta a un paio di catene di Sant'Antonio che tuteliamo i nostri cari.
Esistono molti siti utili per un consumo consapevole, come ad esempio ilfattoalimentare.it, tuttavia il metodo migliore per stare tranquilli e non contribuire alla diffusione di notizie distorte è avere un approccio curioso e consapevole alla vita, e domandarsi sempre se ci è possibile saperne di più, soprattutto prima di diffondere gli appelli e gli allarmi con cui veniamo in contatto nella rete.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a allarmi di ogni sorta: ragni velenosi nelle banane del Brasile, frutti di bosco contaminati con il virus dell'epatite A, pezzi di vetro nei barattoli di sugo, germogli di soia contaminati con il batterio dell'escherichia coli dalla Germania, mercurio e istamina nel pesce, olio deodorato aggiunto all'extra vergine di oliva, etc.
Certo spesso c'è un fondo di verità, ma prima di eliminare a vita i mirtilli dalla nostra dieta e da quella dei nostri figli per paura dell'epatite, possiamo provare a informarci di più in prima persona e scoprire come evitare problematiche senza privarci di nutrienti importanti e senza distruggere settori di mercato che danno lavoro a centinaia di persone.
Anche perchè nel mondo dell'industri alimentare ci sono mille casi di problematiche legate al cibo su cui è necessario porre attenzione, soprattutto se si ha una famiglia, e non è certo dando retta a un paio di catene di Sant'Antonio che tuteliamo i nostri cari.
Esistono molti siti utili per un consumo consapevole, come ad esempio ilfattoalimentare.it, tuttavia il metodo migliore per stare tranquilli e non contribuire alla diffusione di notizie distorte è avere un approccio curioso e consapevole alla vita, e domandarsi sempre se ci è possibile saperne di più, soprattutto prima di diffondere gli appelli e gli allarmi con cui veniamo in contatto nella rete.