Cosa aspettarsi dai succhi di frutta, già dalla prima occhiata alla confezione.

La scelta di preferire un succo di frutta ad una bevanda zuccherina è già un passo verso uno stile di vita più sano e salutare. Può essere dettata sia dal gusto personale che dalla ricerca di alimenti adatti ai bimbi o ad un regime alimentare vitaminico. E' importante quindi considerare di spendere qualche minuto anche nella lettura dell'etichetta del prodotto, per essere sicuri che quello che stiamo acquistando corrisponda effettivamente a ciò che vorremmo ottenere.

Ma un trucco importante per avere un'idea già di primo acchito è quello di conoscere la normativa sulla nomenclatura delle bevande: per poter apporre la dicitura 'succo di frutta', è necessario, per legge, che la bevanda contenga il 100% di frutta. L'aggiuta di zucchero è tollerata nella misura di 100gr per litro e può raggiungere al massimo i 200gr per frutti particolarmente aspri come ribes, limone e lampone.

Se la frutta contenuta è il 50% il produttore è obbligato ad apporre la dicitura di 'Nettare di frutta', mentre quando si scende intorno al 15% si passa a 'Bevanda alla frutta', per finire con delle bevande che contengono frutta in percentuali veramente minime e che dal punto di vista nutrizionale non si discostano purtoppo da altre bevande dall'apparenza più 'artificiale'. Questi specch
hietti per le allodole si definiscono come 'Bevande al gusto di … (limone, mela, albicocca, etc.)'

Perciò, anche senza perdere troppo tempo, sappiamo come distinguere un prodotto effettivamente salutare da qualcosa che ha la tabella nutrizionale di una caramella gommosa. Tuttavia è sempre utile dare un'occhiata all'etichetta del prodotto, potremmo avere anche piacevoli sorprese! Ad esempio molti prodotti con il marchio del supermercato vengono prodotti da aziende di marchi famosi nello stesso stabilimento dei prodotti di punta, hanno lo stesso apporto nutrizionale, e di fatto coincidono con il 'gemello di marca' in tutto ad eccezione del packaging che di solito è un po' meno accattivante (testimonianza di un investimento ridotto nel settore marketing); il tutto però con il vantaggio di costare molto meno! L'investimento in pubblicità delle ditte alimentari infatti è molto alto e incide drasticamente sul prezzo finale. Un esempio? Il succo di ananas (100% frutta) di Esselunga è lo stesso della marca Skipper prodotto da Zuegg, date un'occhiata all'etichetta!

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